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Il Simbolismo

Arte in Europa dalla Bella Epoque
alla Grande Guerra

“Oggi il Verismo ci ha stancati e noi non lo vogliamo più. […] E’ servito a porre i fondamenti di un’arte nuova che noi ci auguriamo di poter vedere e animare. Ma oggi […] non solo non servirebbe più, ma non sarebbe adatto in alcun modo a rispondere ai bisogni dell’anima rinnovata”
(Doctor Mysticus pseudonimo di A. Conti)

Questo è il sentire di una generazione di poeti, scrittori, artisti che, sensibili ai cambiamenti sociali, politici e culturali di fine Ottocento rivelano un animo inquieto e vanno sondando le leggi interiori e misteriose della natura e dell’uomo, attraverso il potere evocativo del simbolo.
La mostra di Palazzo Reale è un’occasione unica per capire e  analizzare la temperie simbolista che attraversò l’Europa tra XIX e XX secolo, e lo si fa attraverso un excursus straordinario di 150 opere di maestri che hanno fatto proprie le atmosfere oniriche e misteriose legate ai grandi temi dell’esistenza, della morte, dell’amore e del peccato.
Diciotto le sezioni tematiche dell’esposizione che partono dai “Fiori del Male” di Baudelaire, poesie che, già a metà dell’Ottocento, contengono tutti i temi e lo spirito simbolista, per spaziare fra le immagini del sogno di Khnopff, le audaci invenzioni iconografiche di Klinger; le rappresentazioni demoniache e gli incubi di Odillon Redon e di Rops, i miti di Gustave Moreau, le  istanze simboliste di Segantini e Previati, gli abissi dell’eros di Alberto Martini e la femme fatale di Von Stuck, lo spettacolare e inaspettato Sartorio, le magie e i sogni raffinati di Chini e Zecchini…
Una mostra ricca ed avvincente che tocca le corde della profondità dell’esistenza

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